PEETA EAD
THE WALLA
LA LETTURA DELL’OPERA
di “Antonella Alban”
NULLA E’ CIO’ CHE SEMBRA
Se esplorare le possibilità dell’immaginazione porta ad aprire nuovi orizzonti, Peeta allora può essere considerato un visionario del pensiero; quanto sto affermando non è una contraddizione, perché le sue rappresentazioni illusorie e complesse dello spazio stimolano la fantasia e la simultaneità della visione. Il suo stile è caratterizzato dall’interazione geometrica delle forme con l’architettura (e qui sta la dimensione razionale) e con l’ambiente circostante (e qui troviamo l’aspetto immaginativo). Razionalità e fantasia fanno parte dello stesso dialogo che viene strutturato in modo ingannevole per creare stimoli e forzare la nascita di nuove immagini.
Partito dal lettering Peeta ha cercato un approccio differente, maggiormente improntato sulla geometria, sull’illusione derivante dalla percezione ottica che, in modo quasi mistificatorio, conferisce tridimensionalità alla superficie piana. E’ un inganno? La risposta è affermativa. Gli spettatori si illudono di vedere un’immagine realizzata in modo “artificiale”; invece, è un muro dipinto con colori armoniosi e forme geometriche impossibili. L’abilità tecnica è evidente nell’uso delle sfumature e delle ombreggiature che definiscono un equilibrio di strutture irregolari. Peeta crea scientemente un inganno, con il preciso intento di mostrarci l’illusione ingannevole della mente e stimolarci a percepire nuovi punti di vista. L’interazione con lo spazio circostante è definita in modo sapiente attraverso l’uso di tinte che richiamano il contesto, al punto che, apparentemente, sembra che ci sia un continuum tra l’opera e l’architettura, in verità siamo proiettati in una dimensione parallela, straniante e alterata che ci fa comprendere come la realtà sia diversa da ciò che appare. Peeta lancia una sfida: nulla è ciò che sembra.